Ritorno al Futuro e
il Viaggio dell’Eroe
Sembra quasi che, come arte, quella di narrare un’impresa sia nata l’altro ieri. Da quando il mondo del marketing ha scoperto che dare un volto umano ai prodotti li rendeva più appetibili, i brand hanno fatto a gara per raccontare a modo loro le imprese più o meno eroiche legate alla propria identità.
Ciononostante, sono secoli e secoli che l’uomo ricorre alla narrazione, che sia per raccontare una storia, fare proseliti o semplicemente esorcizzare le proprie paure. Le forme sono tante e molto diverse tra loro: romanzi, stornelli, poesie, film, canzoni e tutte le forme di espressione che mirano a raccontare una storia.
Ma a prescindere dal mezzo attraverso il quale la storia viene presentata, ogni narrazione ha uno schema ben preciso, torna e ritorna a fare capolino ogni qualvolta un individuo o un’organizzazione sentano la necessità di raccontare sé stessi.
Campbell, Propp e lo schema di Vogler
Lo studioso di mitologia Joseph Campbell ha dedicato la sua vita alla scoperta di un fil rouge che in qualche modo legasse le storie e le avventure degli eroi antichi e moderni, dei protagonisti di fiabe, leggende e libri di narrativa.
Nel suo “L’eroe dai mille volti”, Campbell delinea un percorso circolare detto “monomito”, che è presente in ogni storia ma prende ogni volta una forma diversa. Cos’hanno in comune l’eroe antico Ulisse e il Marty McFly di Ritorno al Futuro? Cosa lega l’avventura dell’eletto in Matrix alle peripezie di Alice nel Paese delle Meraviglie?
Esistono dei personaggi archetipi, degli elementi comuni e delle tappe obbligate che caratterizzano il viaggio del protagonista di ogni avventura.
L’autore e sceneggiatore della Disney Christopher Vogler, nel suo “Il viaggio dell’eroe”, ipotizza uno schema classico al quale la narrativa si attiene sin dai tempi antichi.
Lo scrittore russo Vladimir Propp è andato oltre, elencando ben 31 funzioni che si presentano all’interno di una narrazione seguendo un ordine preciso. Tra queste funzioni, troviamo gli elementi classici di ogni avventura letta o vista sul grande schermo, tra cui:
- l’allontanamento dell’eroe dalla propria casa e dai propri affetti
- la lotta tra eroe ed antagonista
- la vittoria dell’eroe
- il ritorno trionfante a casa
Uno schema unico ed antico, che sa reinventarsi in un’infinità di varianti e al quale, più o meno consciamente, tutti i mostri sacri della narrazione si sono attenuti per creare le loro memorabili avventure.
I personaggi e gli elementi
Alla luce di questo, è facile trovare in “Ritorno al Futuro” alcuni dei personaggi e degli elementi che sono comuni a tutti gli esempi di narrazione.
- Eroe e la partenza: Marty McFly che, per scappare dai terroristi libici, intraprende un viaggio verso l’ignoto
- Antagonista: Biff, antagonista e antieroe
- Mentore: Doc Brown, che spiega a Marty i paradossi dei viaggi nel tempo e gli dà gli strumenti per affrontare la sua impresa
- Impresa: il viaggio indietro nel tempo, la necessità di salvare la sua stessa esistenza, l’amore dei suoi genitori e (forse) la vita dell’amico Doc
- L’oggetto magico: la mitica DeLorean, lo strumento grazie al quale l’eroe riesce a compiere il suo viaggio
- La prova centrale e le difficoltà: riuscire a far innamorare i genitori, neutralizzando l’intervento di Biff
- Il fallimento e il climax: Biff riesce a dividere i genitori di Marty, che lentamente comincia a scomparire, ma non si arrende e trova un modo per mettere fuori gioco l’antagonista
- La vittoria, il ritorno a casa e la ricompensa: Marty riesce nel suo intento, salva sé stesso e l’amore dei propri genitori, torna casa e viene ricompensato con una famiglia migliore di come l’avesse lasciata
L’insegnamento
Al di là dell’avventura e del viaggio “fisico” che vediamo sullo schermo, Marty compie un percorso introspettivo e visibile solo a chi guarda oltre la sceneggiatura del film.
L’eroe intraprende un viaggio dentro di sé, per trovare la forza e il coraggio di affrontare le sue paure e i suoi difetti. Solo quando è capace di sconfiggere i suoi demoni, il protagonista può salvare la principessa del castello.
Perché lo schema narrativo di sottofondo è uguale a migliaia già visti, ma allo stesso tempo sempre diverso e sempre singolare.
È chiaro allora perché lo storytelling e il viaggio dell’eroe attecchiscano così tanto all’immaginario collettivo: la narrazione di un’impresa non è altro che il racconto del viaggio che ognuno di noi intraprende, magari senza avventure rocambolesche e finali da favola, per scoprire l’eroe dentro di sé.
Una bellissima lezione di Matthew Winkler – accompagnata dalla stupenda animazione di Kirill Yeretsky – riassume perfettamente il discorso: cosa rende straordinaria una storia ordinaria (e viceversa)?